E basta fake news sulle estrazioni italiane
Il Ministro Cingolani si sta preoccupando di sostituire il gas russo con gas proveniente da altri Paesi, dove però i diritti democratici non sono garantiti, o con gli scarsi e antieconomici giacimenti italiani, o ancora facendo lavorare a pieno regime i nostri rigassificatori. Intanto le rinnovabili continuano ad essere penalizzate e una accelerazione sulle nuove installazioni è considerata come ultima chance. Non pervenuti, nell’intervista al Ministro pubblicata ieri dal Corriere della Sera, il risparmio energetico o l’efficienza. Vorrei ricordare a tutti che la dipendenza dal gas, russo o africano che sia, fa male non solo alla transizione ecologica e alle bollette, ma nuoce gravemente anche ai diritti umani e ci costringe a poco onorevoli compromessi. Anche per questo è necessario ridurre la nostra dipendenza da idrocarburi, fino ad azzerarla.
L’impressione, come scrivo in un mio intervento su Terra di HuffPost, è che invece il Ministero della Transizione ecologica continui a puntare sui fossili e che veda le rinnovabili come fonti utili, ma soprattutto per il futuro. Senza capire che investire sulle fonti pulite ci aiuterebbe tantissimo ad affrontare le emergenze di oggi. Una mancanza di visione che si rispecchia nell’assenza di un Piano nazionale energia e clima adeguato ai più ambiziosi obiettivi europei e di una strategia per implementare le rinnovabili, il risparmio energetico e l’efficienza che sarebbero la risposta adeguata alle crisi climatica, economica e democratica.
Secondo un’analisi del Think tank Ecco, ad esempio, un mix di interventi di risparmio energetico, efficienza e rilancio delle rinnovabili permetterebbe entro il prossimo inverno la sostituzione del 50% dei volumi delle importazioni di gas russo. E poi basta fake news sul gas italiano: aumentarne la produzione non farà scendere le bollette perché ha costi di estrazione molto più elevati, inoltre il prezzo lo fa il mercato senza differenze in base all’origine.
Di segnali da cogliere per orientarsi verso il futuro ce ne sono, eccome. Elettricità Futura, associazione di ambito confindustriale che riunisce le principali aziende del settore elettrico, ha chiesto a Governo e Regioni di autorizzare entro giugno 60 GW di nuovi impianti rinnovabili, che è pronta a realizzare in tre anni investendo 85 miliardi. E grazie ai quali potremmo risparmiare circa il 20% del gas importato. Ed Enel sta lavorando per una Sardegna verde puntando a fare un salto dal carbone alle fonti pulite, sostenute anche da accumuli, senza passare per il gas. Una sfida che si può vincere, tanto più in un territorio così ricco di sole, acqua e vento. Esempi che dimostrano come la transizione ecologica sia possibile già oggi.