Da ItaliaSicura a Proteggi Italia

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Se il Piano anti-dissesto idrogeologico del governo dovesse andare nella giusta direzione, non potrà che essere una buona notizia per l’Italia e un elemento cui offrire un contributo. A patto che si segua un percorso sostenibile e incentrato sui reali bisogni dei territori.
Aspetto perciò di vedere se dall’annuncio si passerà all’azione. Perché, nei fatti, non possiamo non ricordare che questo governo è quello che in un decreto, fatto per Genova, ha inserito due condoni edilizi alla faccia dell’emergenza e della sicurezza dei cittadini. Lo stesso esecutivo che tra uno dei suoi primi atti ha voluto sopprimere la Struttura di missione ItaliaSicura, rallentando il lavoro di programmazione ed esecuzione degli interventi anti-dissesto che portava avanti, per proporci a distanza di qualche mese Proteggi Italia con la riconfermata regia di Palazzo Chigi sulle politiche contro il dissesto del territorio, dimenticando però di sottolineare che ben 10,3 dei 14,3 miliardi annunciati sono stati stanziati dai governi precedenti.
Difficile sottrarsi alla sensazione che il governo abbia fatto perdere tempo al Paese su un terreno prioritario come quello della lotta al rischio idrogeologico solo per cambiare un nome. Per il prossimo cambio di etichetta propongo un eloquente ‘poveri noi’.
Il mio intervento su La Stampa si può leggere qui.

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