Basteranno le misure decise dal ministro Costa?

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Dopo dieci mesi il ministro dell’Ambiente torna in Commissione Ambiente per qualità dell’aria ed emissioni dell’ex-Ilva.

La ricetta annunciata dal ministro per i nostri polmoni è un protocollo d’intesa di misure nazionali per la lotta all’inquinamento dell’aria, con impegni sia per i ministeri coinvolti (Ambiente, Mit, Agricoltura, Mise, Salute ed Economia) che per le Regioni che sarà firmato a inizio giugno a Torino. Una ricetta che non basta, in continuità con il passato e che francamente non sembra all’altezza del cosiddetto governo del cambiamento. Tanto più considerando che nel nostro Paese abbiamo una vera e propria emergenza sul fronte della qualità dell’aria: l’Agenzia europea per l’ambiente calcola che sono oltre 80 mila l’anno le morti premature legate all’inquinamento.

Un’emergenza che ci portiamo dietro da anni, su cui non riusciamo a intervenire in modo strutturale e che invece sarebbe necessario aggredire con misure capaci di ridurre drasticamente le emissioni di mobilità, riscaldamento e industria. A tal proposito suggerirei al ministro Costa il varo di un decreto Respira-Italia…. in attesa che veda finalmente la luce il nuovo decreto rinnovabili.

Sul fronte dell’ex-Ilva non riesco a condividere l’ottimismo con cui il Ministro ha detto che è stato intrapreso un cammino serio per risolvere la situazione, ma sicuramente va salutato con favore il decreto ministeriale che dispone il riesame dell’AIA per l’acciaieria di Taranto al fine di introdurre eventuali condizioni aggiuntive motivate da ragioni sanitarie. Un atto che va in direzione di quanto chiedono da tempo le associazioni ambientaliste e dell’istanza presentata dallo stesso Sindaco visti gli esiti del rapporto di valutazione del danno sanitario elaborati da Arpa Puglia e Asl, che hanno evidenziato un rischio residuo non accettabile per la popolazione. Che ancora vive il contrasto tra tempi troppo lunghi delle bonifiche e l’emergenza quotidiana. E c’è un altro elemento che mi preoccupa: il rinvio a luglio, guarda caso dopo le europee, della pubblicazione della nuova edizione del Rapporto Sentieri: lo studio che esamina le correlazioni tra inquinamento, residenza, malattie e rischio mortalità. Uno dei più autorevoli in materia e più rilevanti per sapere quale sia la reale situazione a Taranto e di quali misure abbia bisogno la città per ripartire e per tutelare adeguatamente la salute dei cittadini.

Il mio su La Stampa si può leggere qui.

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