È uno dei beni comuni più preziosi, eppure con poche eccezioni non ci facciamo scrupolo di continuare a consumarlo. Dal suolo dipende gran parte della nostra vita: è dalla terra infatti che arriva il cibo che ci nutre, è il suolo che svolge un’indispensabile azione di trattenimento del carbonio aiutandoci a contrastare il cambiamento climatico ed è sempre la terra che drenando e assorbendo l’acqua ci aiuta ad affrontare le conseguenze della crisi climatica come bombe d’acqua e alluvioni. Nonostante tutto questo il suolo è minacciato, consumato, cementificato.
Ispra ci dice che la copertura artificiale del suolo aumenta al ritmo di 2 metri quadrati al secondo e che nell’insieme abbiamo ormai intaccato il 7,65% di territorio nazionale (dati 2018). Il fenomeno contribuisce, tra l’altro, ad acuire il dissesto idrogeologico del nostro già fragile Paese, dove il 91% dei comuni sono a rischio idrogeologico. Abbiamo un territorio tanto fragile, ma nessuno in Europa ha fatto peggio di noi sul consumo di suolo.
Sarebbe il caso che iniziassimo ad agire avendo la massima cura per la corretta gestione del territorio, la mitigazione del dissesto idrogeologico e la sicurezza dei cittadini. Con questi principi ben presenti il primo giorno di Legislatura ho presentato una proposta di legge contro il consumo di suolo che introduce un limite e il monitoraggio dell’impermeabilizzazione del territorio, misure per la tutela e la valorizzazione del suolo agricolo, priorità per il riuso del patrimonio edilizio esistente e misure di incentivazione per la rigenerazione urbana. Per dare una risposta efficace in chiave di prevenzione anziché di emergenza.
Dal Senato, nei mesi scorsi, è iniziato, l’esame delle proposte contro il consumo di suolo, abbinando i vari testi presentati dai diversi gruppi. Di recente sulla materia è arrivato anche un testo della Lega che vuole “contenere” il consumo di suolo e normare su un uso “responsabile” del patrimonio edilizio e delle risorse naturali. Un vero cavallo di Troia per ampliare le possibilità di rigenerazione urbana e riuso di aree industriali, per modellare in un senso più lasco il contenimento del consumo di suolo. Una mossa che la dice lunga sulle divisioni del governo giallobruno, che ostacoleranno anche il via libera a una legge contro il consumo di suolo in questa Legislatura. E forse considerando le ‘mine’ piazzate dalla Lega in Senato alla legge è meglio così.
Allora, in considerazione del ruolo fondamentale dell’Europa per l’approvazione di leggi importanti sul fronte ambientale, cogliamo le opportunità che ci vengono dall’essere in Europa e puntiamo a una direttiva europea sul consumo di suolo. Sarebbe un segnale importante di rinnovamento dell’UE, sarebbe un’operazione rivoluzionaria sul piano culturale un’Europa che ragioni del suolo come un unico bene comune e andrebbe incontro alla richieste della petizione lanciata da Legambiente insieme a tante altre organizzazioni non governative italiane ed europee. È importante andare a votare alle europee ed è fondamentale farlo scegliendo chi ha cultura e competenze per fare bene al nostro ambiente. Suolo e clima compresi.
Il mio intervento su Linkiesta in versione integrale è disponibile qui.