Lo Sblocca Cantieri è un mostro giuridico

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Già lo so. Accuseranno noi ambientalisti di essere contro il progresso, di non pensare al lavoro, di non tenere conto della situazione economica. Già lo so, e allora vorrei subito dire che l’Italia avrebbe bisogno di migliaia e migliaia di cantieri aperti. Per mettere in sicurezza il nostro Paese, riparare le reti idriche, mettere in sicurezza ponti, strade ed autostrade. E avremmo bisogno di depuratori, di mettere a terra e sotto terra km e km di rotaie nei nostri centri urbani, di geologi ed ingegneri che con progetti attenti e sostenibili possano ridare spazio e naturalità ai fiumi, mettendo al riparo le nostre città dalle inondazioni.
Avremmo bisogno di migliaia di cantieri aperti per costruire il futuro. Invece al governo c’è chi preferisce fare ‘tana libera tutti’ e preferisce, per le scuole, pensare ai grembiuli anziché ai tetti che crollano.
Avremmo bisogno di migliaia di cantieri aperti. Dobbiamo solo ragionare sul “per fare cosa” e con “quali regole”. Esattamente quello che non fa il Decreto Sblocca Cantieri, sbarcato lunedì scorso al Senato: un mostro giuridico di lunardiana memoria che ha il merito di rappresentare un vero e proprio bignami del perfetto devastatore di territorio e di legalità. Un provvedimento che spero possa essere corretto dal Parlamento, sempre che la maggioranza non voglia legare le mani a noi senatori e deputati con l’ennesima fiducia.
Il mio intervento su Linkiesta si può leggere qui

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