Gli undici anni dal sisma de L’Aquila arrivano mentre il Paese è in piena emergenza coronavirus, un dramma nel dramma. Ma oggi il primo pensiero va alle 309 vittime del sisma del 2009, alla comunità aquilana e alla città, splendida, che dobbiamo aiutare a ripartire.
Se oggi l’esigenza della solidarietà è riconosciuta pressoché unanimemente, dopo il sisma de L’Aquila c’è stata un’incapacità trasversale di comprendere che oltre all’emergenza da affrontare, al tema della ricostruzione, c’era anche e soprattutto una comunità di cui prendersi cura e da coinvolgere.
A distanza di anni è evidente che è mancata una visione e un progetto di città nella ricostruzione. Il risultato è che oggi L’Aquila è dispersa, allargata, frammentata su un’area vastissima tra antico centro storico, vecchie e nuove periferie. Possiamo anche affermare, però, che nonostante l’emergenza, il dolore e una gestione autoritaria del post sisma, i Comitati dei cittadini hanno avuto la forza di imporre temi e problemi prioritari quali la necessità di una ricostruzione trasparente e partecipata e la giusta esigenza di autodeterminazione delle popolazioni colpite.
Sono alcune delle riflessioni del libro inchiesta collettivo #NatiAlle3e32 curato dal Comitato 3e32, edito da Round Robin Editrice per il decennale del sisma e tuttora tragicamente attuale.
Un libro da leggere. Perché se ancora oggi non facciamo abbastanza per la prevenzione e al Paese manca una norma quadro che stabilisca come affrontare le emergenze e le ricostruzioni ma si procede per ordinanze, decreti, correzioni e persino sanatorie, significa che non abbiamo imparato molto dalle esperienze del passato. Evitare gli stessi errori ma fare tesoro del nostro vissuto comune, per quanto tragico, è anche quanto ci richiede la crisi del coronavirus. Possiamo e dobbiamo ripensare il nostro modello di sviluppo e ridisegnare il futuro come vogliamo che sia, con una società e un’economia più giuste eque sostenibili e felici per tutti. Spero davvero che saremo capaci di farlo.
Il mio intervento su HuffPost Italia in versione integrale è disponibile qui