La montagna ha partorito un topolino. L ’accordo raggiunto dalla maggioranza sull’emendamento che dovrebbe affrontare la questione trivellazioni è di gittata corta, non risolve la questione ed è evidentemente figlio di un governo diviso.
L’emendamento al decreto Semplificazioni infatti prevede l’adozione del Piano delle aree da mettere a punto entro 18 mesi, periodo durante il quale sono sospesi i procedimenti relativi al conferimento di nuovi permessi di prospezioni o ricerca. Ma fa salvi i procedimenti amministrativi per nuove concessioni di coltivazione pendenti alla data di entrata in vigore della legge e permette che le concessioni scadute siano automaticamente rinnovate. Pur condividendo la posizione anti-trivelle espressa dal ministro dell’Ambiente, visto che la sospensione non si applica ai procedimenti pendenti credo che il ministro Costa si troverà nella scomoda posizione di dover firmare i relativi nuovi permessi di trivellazione.
Inoltre la norma sulla sospensione rischia di inciampare in numerosi contenziosi relativi in particolare alla retroattività. Il testo prevede anche un aumento dei canoni, ma non delle royalties, quindi a vantaggio dello Stato e non dei territori. L’emendamento inoltre non tocca le franchigie, grazie alle quali c’è l’esenzione dal pagamento delle royalties entro specifiche soglie di estrazione.
Infine non affronta il problema relativo all’utilizzo della dannosa tecnica dell’aiurgun. Auspico si arrivi preso al divieto di utilizzo dell’airgun in mare, come prevede una mia proposta di legge già depositata alla Camera.