Se gli alberi sono i nostri migliori alleati contro il rischio idrogeologico le imprese locali, in particolare quelle agricole, sono l’antidoto al rischio spopolamento delle aree colpite dal sisma del Centro Italia. È questa l’idea di fondo che nel 2016, quando ero presidente di Legambiente, mi ha spinto ad attivare insieme a tanti amici ‘La rinascita ha il cuore giovane’: una raccolta fondi per sostenere giovani imprenditori e cooperative delle zone colpite dal sisma. Un progetto grazie al quale abbiamo donato oltre 150 mila euro per aiutare quelle comunità e quei territori a ripartire. La stessa consapevolezza ha spinto Legambiente ad avviare negli anni altre iniziative simili. Come ‘ReStartApp per il Centro Italia’ dedicata alle giovani imprese di Lazio, Marche e Umbria. Perché oltre alla ricostruzione fisica, in grave ritardo, serve anche la tenuta sociale e il rilancio economico di queste comunità.
Ed è la stessa idea che leggo nelle parole del Presidente dell’associazione Amatrice – Terra Viva Di Marco: “Per noi ricostruire significa prima di tutto vivere questa terra, farla conoscere, condividerla per dare non solo speranza a chi ha perso tutto ma anche una prospettiva.”
La prospettiva di cui si parla è un vero progetto imprenditoriale e sociale, coinvolge già venti imprese del comprensorio di Amatrice e sarà al centro di una tavola rotonda ad hoc nell’ambito della Festa della Trebbiatura del Comune laziale. Un’iniziativa alla quale partecipo con piacere, in programma da oggi a domenica ad Amatrice.
L’ambizione è il rilancio della conca di #Amatrice basato su un distretto agricolo interamente biologico, quindi su un’agricoltura sostenibile, di qualità e rispettosa delle vocazioni territoriali. Un BioDistretto nascente -che grazie all’aiuto di Alce Nero già ha messo in commercio buonissimi prodotti da forno e birra – nella Regione Lazio che ha da poco approvato la prima legge regionale italiana per la promozione dei distretti biologici.
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