Con la mozione bipartisan appena approvata, nata da un atto a mia prima firma, la Camera impegna il governo ad andare in direzione di un’agricoltura buona, sana e sostenibile, che faccia sempre meno uso di pesticidi. A tutela della qualità del made in Italy e del futuro dei nostri agricoltori.
L’esecutivo dovrà potenziare i controlli sui pesticidi e anche le verifiche sui prodotti importati dai Paesi terzi che vengono trattati con il glifosato. L’atto impegna, tra l’altro, il governo a promuovere un monitoraggio uniforme a livello nazionale sulla contaminazione da fitofarmaci nelle acque, a prevedere misure per un utilizzo più responsabile dei fitofarmaci e per favorire la diffusione di pratiche sostenibili e amiche del clima, come l’agricoltura biologica. Il governo dovrà introdurre l’obbligo di avviso ai residenti prima di ogni trattamento chimico e una distanza minima di sicurezza per evitare il rischio di contaminazione chimica di colture bio, abitazioni e spazi pubblici. Per la prima volta un atto parlamentare pone il problema del multiresiduo e degli effetti che può comportare su ambiente e salute. Infine per tutelare le api è sollecitata un’azione per un divieto definitivo a livello europeo all’uso dei neonicotinoidi.
Essendo l’Italia tra i maggiori consumatori di fitofarmaci a livello europeo, lo scorso dicembre ho ritenuto necessario depositare una mozione a mia prima firma, sottoscritta anche dai colleghi Fornaro, Occhionero, Conte e Soverini, per un’agricoltura pesticidi-free. Un testo ispirato alle proposte della campagna ‘Cambia la terra’ e alle richieste della petizione online ‘No-Pesticidi’, a cui si sono poi aggiunte le mozioni degli altri gruppi. Con una ampia opera di confronto e mediazione è stato possibile arrivare all’atto unitario approvato all’unanimità oggi dall’Aula. Un atto che ha sostituito le mozioni dei singoli gruppi e che nelle premesse porta il segno della mediazione, ma grazie al quale la Camera ha impegnato il governo su diversi fronti importanti e la politica ha dimostrato di saper mettere da parte divisioni e interessi di parte nell’interesse del Paese. Il mio intervento in Aula.