Il testo ripercorre la strada compiuta dalla ‘diplomazia del clima’, con progressi e pesanti battute d’arresto che si sono susseguiti e contrapposti, coinvolgendo nella dialettica negoziale il Nord del mondo, ricco, che ha le maggiori responsabilità storiche delle emissioni e il Sud, povero, che subisce le conseguenze peggiori ed è meno attrezzato al cambiamento climatico. Tutto senza rinunciare all’ottimismo e alla prospettiva di invertire il trend. Il mio personale contributo a questo importante libro uscito a pochi mesi dalla Cop26 è una postfazione che evidenzia l’importanza della scienza e della spinta della società civile, rispetto alla lentezza della politica, nella presa di coscienza della crisi climatica e nell’azione per contrastarla.